Noo-sfera nasce come spazio di critica ecologista e come piattaforma delle ecoresistenze, con l’obiettivo di rafforzare un punto di vista comunista sulla questione ambientale, amplificare le lotte in corso e interrogarsi sul rapporto tra uomo e natura.
Proprio per questo abbiamo deciso di recuperare il concetto di “Noosfera” coniato in URSS dal geochimico Vladimir Ivanovič Vernadskij nell’ambito del dibattito scientifico-filosofico sovietico relativo al rapporto uomo/natura. Il termine sta ad indicare una fase evolutiva, successiva della biosfera, caratterizzata dall’emergere del pensiero scientifico e della razionalità umana collettiva.
La Noosfera si configura dunque come un’estensione dialettica della biosfera, in cui la conoscenza co-evolve con l’ambiente attraverso progresso sociale, scientifico, tecnico ed ecologico, in un rapporto dinamico tra l’uomo e la natura. Pensiamo che la forza evocativa di questo termine possa aiutarci a ricominciare a delineare un orizzonte collettivo centrato su un nuovo modello di interazione tra società e natura. L’idea di un’incompatibilità esistenziale tra uomo e natura, cosi come le letture deterministiche della crisi ecologica che ne derivano, rappresentano un punto di forza dell’egemonia del capitalismo nell’annichilimento della ricerca di un’alternativa sistemica. Vogliamo affermare con forza che l’unica inconciliabilità antinomica esistente e’ quella tra il capitalismo e la natura.
In quest’ottica la Noosfera non è in alcun modo un’astrazione intellettualistica, ma l’espressione più compiuta di un approccio materialista e scientifico alla crisi ecologica. Un approccio che, presupponendo una pianificazione razionale della produzione – possibile solo in un modello socialista – si configura come l’unica via d’uscita dalla crisi ambientale globale, oggi più drammatica che mai. Una crisi che, insieme alla guerra e allo sfruttamento, rappresenta la minaccia più grave per il futuro dell’Umanità.
Fallita l’illusione del paradigma del “capitalismo green”, promosso dall’Unione Europea finché è stato fattore determinante per la valorizzazione dei capitali europei e per il rafforzamento della maschera progressista dell’UE, oggi assistiamo a una regressione totale sotto questo punto di vista, con il rilancio dell’economia attraverso l’industria bellica e la caduta di ogni velleita’ democratica e ambientalista.
A cascata nel nostro Paese l’attacco del Governo Meloni all’ambiente è a 360° e riguarda, oltre che la spinta bellicista al riarmo, anche il settore energetico, con la riproposizione del nucleare che rappresenta – oltre al rischio di utilizzo dual use civile/militare – l’“ultima spiaggia” per un sistema in profonda crisi energetica; il settore agroalimentare, con la deregolamentazione dei nuovi OGM/TEA; la tendenza estrattivista neocoloniale che il governo prova a concretizzare nel piano Mattei; il piano infrastrutturale con la spinta per la realizzazione delle grandi opere, da cui conseguono i vari decreti per lo snellimento burocratico e la repressione del dissenso.
All’offensiva del governo e dell’UE vediamo contrapporsi quelle che definiamo ecoresistenze, ostinati fronti di lotta ambientalista organizzati sul territorio o a livello nazionale per contrastare la devastazione favorita dalle nostre classi dirigenti. Dalla storica opposizione popolare al nucleare che oggi va ravvivandosi ai contadini in lotta contro le multinazionali agrochimiche e gli OGM, dai comitati locali per la difesa del territorio contro il consumo di suolo alle battaglie contro le grandi opere come il TAV o il Ponte sullo Stretto, sono numerosissimi gli esempi di ecoresistenze attive, irremovibili e pronte al conflitto aperto contro un sistema ecocida e chi lo incarna.
Il ruolo di Noo-sfera vuole essere proprio quello di megafono di tutte queste battaglie, sostenendo la saldatura tra le lotte del mondo del lavoro a quelle ambientali, cosi come uno spazio di analisi e elaborazione teorica a partire dalle esperienze concrete – storiche e attuali – di transizione ecologica. Una prospettiva comunista, perché solo superando il capitalismo verso una società socialista sarà possibile non solo evitare il tracollo ecologico globale, ma anche dare un’impostazione adeguata, razionale e scientifica al rapporto tra società e ambiente naturale, concretizzando quella convivenza armonica tra uomo e natura che è tutt’altro che irrealizzabile.