
A partire dal coinvolgimento europeo nella guerra in Ucraina, la maschera verde europea è stata spazzata via dalle scelte politiche imposte da competizione e sforzo bellico, eliminando completamente la lotta al cambiamento climatico dall’agenda dell’UE.
Dal RePowerEU al ReArmEU, il filo conduttore politico è lo stesso: indipendenza dalla Russia, controllo degli asset strategici, rilancio del nucleare nella duplice chiave di “sicurezza” energetica e militare europea. Con questa funzione, in Italia, tornano in auge la rigassificazione del GNL, si varano il Programma Nazionale di esplorazione mineraria ed il Piano Mattei e, infine, si procede all’approvazione della Legge Delega al Governo in materia di nucleare, la più aperta dichiarazione di guerra all’ambiente condotta da parte di questo governo.
Il 16 giugno, con la firma per l’adesione all’Alleanza UE per il nucleare, definito come fonte pulita, il governo aveva fatto un altro passo verso l’atomo, dichiarando anche l’intenzione di investire 200 milioni in “Newcleo”, che sviluppa reattori raffreddati a piombo (LFR) alimentati da scorie MOX, ma che già sta affrontando una grave crisi con rischi per la continuità aziendale, per la mancanza di investitori di fronte a un progetto ancora sperimentale. Questa dinamica dimostra come ancora una volta la gestione delle risorse energetiche sia di fatto in mano a privati e lobby del nucleare, come abbiamo denunciato anche in occasione del Nuclear Power Expo a Piacenza questo maggio (https://www.instagram.com/reel/DJ9naoXsmtR/?utm_source=ig_web_copy_link&igsh=MzRlODBiNWFlZA==) e a giugno a Torino, nel terreno in cui il ceo Stefano Buono prevede la costruzione di una sede davanti al grattacielo della San Paolo. (https://www.instagram.com/p/DLDVZUmM2VG/?utm_source=ig_web_copy_link).
Infatti, per quanto queste misure tentino di richiamare a politiche di programmazione strategica delle attività del Paese per alimentare la propaganda di un governo nazionale forte, è viva alla base di queste scelte l’impostazione neoliberista europea che subordina le politiche nazionali a quelle continentali nel favorire la predazione delle aziende private sul pubblico. Oltre al ruolo sempre più preponderante affidato al privato nel settore dell’energia nucleare, basti pensare alla fine del mercato tutelato dell’energia, avvenuto con questo Governo sotto impulso del PNRR.
Il ddl sul “nucleare sostenibile” approvato a febbraio dal Consiglio dei Ministri e dopo aver recentemente accolto pe osservazioni di Comuni e Regioni, passa ora in Parlamento per l’iter di discussione e approvazione definitiva. Il disegno di legge – pur parlando di nuove tecnologie “sostenibili e sicure”, la maggior parte ancora lontane dal vedere la luce – apre di fatto la strada alla riproposizione sotto mentite spoglie di quanto già conosciamo, senza considerare inoltre la realtà di un Paese che ancora deve collocare migliaia di metri cubi di scorie radioattive e continua a rimandare il rientro delle scorie parcheggiate in altri Paesi europei, in mancanza di un deposito unico nazionale.
Quattro anni fa, nelle ultime settimane del 2021 – subito dopo la Cop 26 – la Commissione Europea aveva prodotto la bozza della tassonomia green, ossia le fonti energetiche ritenute sostenibili e indispensabili per la transizione ecologica, nella quale erano stati inseriti il gas naturale e il nucleare. Di riflesso, anche in Italia Cingolani, allora Ministro della Transizione Ecologica iniziò a parlare di ritorno al nucleare. Nonostante i due referendum contro il nucleare, il dibattito sulla questione rimase pericolosamente scarno e circoscritto riproducendo al più discorsi faziosi e vuoti di ogni considerazione politica. Allora, decidemmo di organizzare nel gennaio 2022 a Roma il convegno “Un ossimoro si aggira per l’Europa: è l’ambientalismo capitalista. Il ruolo dell’energia a fissione nucleare nella falsa transizione ecologica dell’Unione Europea e di Cingolani”, per promuovere un momento di confronto con tutti quegli accademici e intellettuali, quelle organizzazioni sociali, politiche e civili che si contrappongono alla deriva ecocida del capitalismo.
In quella occasione, sono intervenuti Angelo Baracca (militante ambientalista e ex docente di fisica all’Università degli studi di Firenze, Giorgio Ferrari (perito nucleare), Angelo Tartaglia (ingegnere nucleare e professore emerito del Politecnico di Torino) e Sandro De Cecco (docente di fisica nucleare alla Sapienza di Roma).
Di seguito, riproponiamo i loro interventi, che in maniera lungimirante si proiettavano nella realtà che oggi è il nostro presente.
Nel quadro della campagna nazionale di questo autunno, ci proponiamo di affinare gli strumenti di analisi per accompagnare e sostenere le nostre battaglie territoriali, rafforzando la controffensiva contro il Governo Meloni che dichiara guerra all’ambiente, per organizzarsi verso un anno di lotta eco-resistente.